Cronaca

Crisi Abramo CC, dipendenti pronti a marciare verso la Regione Calabria

CROTONE – Spostare la protesta alla cittadella regionale e sotto il palco del Capodanno Rai che si sta realizzando a Crotone. Sono queste le intenzioni dichiarate dai dipendenti della Abramo CC di Crotone per alzare il livello della protesta contro la decisione dell’azienda di porre in cassa integrazione a 0 ore 493 lavoratori , dall’1 gennaio 2024. Un provvedimento che coinvolge i dipendenti delle sedi di Catanzaro Montalto Uffugo, Crotone e Palermo e che è stato causato dalla scelta di Tim di non rinnovare i contratti all’azienda di call center calabrese per una serie di servizi. Dopo la protesta spontanea di martedì 19 dicembre, nella sede di Crotone, questa mattina in tutte le sede del gruppo è iniziato il primo dei due giorni di sciopero proclamati dalle segreterie regionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil ed Ugl-Telecomunicazioni.
A Crotone, dove i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione sono 90, tutti i 500 dipendenti della Abramo CC si sono ritrovati nel piazzale dell’azienda che proprio qui ha visto gli albori nel 1999. Persone che lavorano in questa impresa da oltre 25 anni che all’improvviso hanno scoperto che tra qualche giorno non ci sarà più alcun futuro lavorativo per loro. Sono donne e uomini, mogli e mariti. Piangono, si arrabbiano. Tanti scelgono la via del silenzio in cui sopprimere la loro rabbia. Accusano di disinteresse ed inefficienza gli amministratori straordinari della Abramo CC – che si sono fatti sentire dopo 4 mesi di silenzio nella giornata di ieri chiedendo di non creare danni all’azienda con la protesta inscenata martedì – ma anche i sindacati che, a detta di molti lavoratori non hanno saputo né gestire la vertenza, lasciando troppi spazi incontrollati agli amministratori giudiziari ed alla Tim, e di non essere riusciti a portare il problema della Abramo CC a livelli di interesse di politica nazionale. Basti pensare che quando al Mise ci fu l’unico tavolo ministeriale sulla vicenda, che all’epoca interessava 3.000 lavoratori calabresi, a presiederlo c’era un vice capo di gabinetto. Accusano Tim di averli sfruttati, di aver usato le loro professionalità ed il loro know-how per migliorare la qualità dei servizi di customer care e di averli poi trasferiti in altre aziende lasciando a loro la Cassa integrazione. Ora anche i sindacati vogliono più evidenza mediatica, e chiedono di andare su Repubblica e non solo sui "giornaletti locali" come ha detto tale Ranieri segretario regionale di categoria della Uil dimenticando che i giornaletti locali hanno tenuto sempre viva l’attenzione sulle vertenze di lavoro delle quali i sindacati spesso si sono dimenticati perché non conveniva più
Per tutti questi motivi i dipendenti Abramo  sono pronti a fare da soli. In attesa di avere risposte che tardano ad arrivare da Prefettura e dalla Regione Calabria – ai quali comunque i sindacati hanno chiesto di convocare degli incontri sulla vertenza –  i dipendenti sono orientati a non attendere oltre ed andare alla Regione “visto che né il presidente Occhiuto, né l’assessore al lavoro Calabrese si stanno interessando di un problema che coinvolge centinaia di lavoratori calabresi” dice uno dei lavoratori. Inoltre, è stata ribadita dai dipendenti, la volontà di recarsi liberamente a piazza Pitagora per posizionarsi sotto il palco in costruzione per il Capodanno Rai, trasmissione della quale Tim pare sia uno degli sponsor. Intanto i tre sindaci di Catanzaro, Crotone e Cosenza si stanno mobilitando insieme per dare l’appoggio degli enti locali ad una vicenda che va gestita a livelli ministeriali considerato che tutto nasce da una decisione di Tim che a queste donne e uomini calabresi ha rifilato un bel ‘pacco’ di natale.