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A Cortale, nella Diocesi di don Serafino, il Bambino nasce tra le macerie della guerra in Palestina

presepe cortale

"In piedi costruttori di pace" dice don Luca ricordando l’invito di don Tonino Bello. Don Luca Gigliotti è il parroco di Santa Maria Cattolica Maggiore a Cortale, nella Diocesi di Lamezia Terme, che ha deciso di fare nascere Gesù tra i fumi della guerra che oscurano il cielo della Palestina.
In un angolo della chiesa, Maria, con le mani giunte sul petto e le spalle coperte da una giacca militare attende la venuta al mondo del bambino, mentre Giuseppe, con una lanterna, illumina le macerie della guerra. Sullo sfondo, declinata in diverse lingue, la parola pace, ed una colomba con un giubbotto militare anti proiettile che vola su quel campo di battaglia portando nel becco il ramoscello della pace.
"Il presepe di quest’anno è un invito a pregare perché la pace possa tornare nei Paesi colpiti da conflitti, è un invito a provare a perseguire la via della riconciliazione, è un segno di speranza perché tra le macerie possa nascere il Principe della pace e non ci siano più macerie da raccogliere, non più lacrime da raccogliere" spiega don Luca.
Tra i detriti sparsi per terra del presepe, appoggiata ai sacchi di trincea, spunta una tavola di legno con un brano tratto dalla Lettera di Paolo agli Efesini: "Egli, infatti, è la nostra pace colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne". Poco più in là, dietro la stella cometa crivellata di colpi, l’appello "No war. No wall" e la scritta "Welcome to Palestine. Welcome to Bethlehem".
"Quelle terre sono la nostra terra, quelle sono le storie dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. La pace parte anche da qui, parte anche da me" aggiunge il giovane parroco di Cortale, che è anche direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile della Diocesi guidata da monsignor Serafino Parisi.