Città del vaticano

Vescovi calabresi al Papa: senza la Chiesa su naufragio Cutro istituzioni avrebbero fatto acqua

Il crotonese Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza Episcopale calabra, racconta a Radio Vaticana la visita ad limina che si è svolta con il Papa e parla di migranti e giovani del Sud costretti a emigrare

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Città del Vaticano, 23 apr. – “È stato un incontro cordialissimo. Ci ha accolto e abbiamo ascoltato quello che lui ci ha raccomandato: la prossimità ai sacerdoti, la prossimità al popolo santo di Dio, l’attenzione alle problematiche che sono del nostro territorio”. Monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza Episcopale calabra, racconta a Radio Vaticana – Vatican News, la visita ad limina che si è svolta ieri con Papa Francesco. Durante l’incontro, tutti i vescovi hanno potuto prendere la parola e raccontare la vita delle loro diocesi ripercorrendo temi cari al territorio e anche al Papa: migrazioni, giovani, lavoro e prossimità della Chiesa.
“Col Papa abbiamo potuto mettere in evidenza innanzitutto l’accoglienza, che non è un concetto ‘campato in aria’, è un’accoglienza puntuale – dice il presule – pensiamo soltanto alla problematica degli immigrati”.
Un anno fa, davanti alle coste di Cutro, un barcone pieno di migranti partito dalla Turchia si è ribaltato causando la morte di 94 persone, tra cui 35 minori. Ma “la Chiesa c’è”, rimarca monsignor Morrone e seppur, in situazione di affanno e di difficoltà, “le nostre Caritas ci sono state in quei momenti drammatici”, e “se non ci fossero state, penso che le nostre istituzioni avrebbero fatto acqua, diciamo così”.
Un problema annoso ed endemico al sud Italia è quello dei giovani che non trovando lavoro partono per il nord o addirittura per l’estero: una vera e propria “emorragia”, altra problematica trattata nell’incontro con il Papa. “In due ore intense – spiega Morrone – abbiamo raccontato al Papa che come Chiesa stiamo lavorando nelle nostre realtà diocesane non per trattenere i giovani, perché i giovani devono essere liberi di fare esperienze, ma per riportare le tante eccellenze che sono fuori e che non hanno trovato spazio in Calabria”. Il nostro sforzo, continua l’arcivescovo di Reggio Calabria, consiste nel cercare di sostenere i progetti dei ragazzi, dare “loro gambe”: pensare globalmente e agire localmente.
Tra le parole che i vescovi calabresi riporteranno nelle loro comunità al termine della visita ad limina, sicuramente il “coraggio”. “Ecco, il Papa ci dice ‘coraggio, procediamo, andiamo avanti’. E questa sua forza ci sostiene: il Papa ci è vicino”.