Vertenza lavoro

Abramo CC, tensione alta: dove sono Sbarra, Landini e Bombardieri? Iniziata raccolta tessere elettorali

Iniziata raccolta tessere elettorali da restituire al Prefetto. Il 6 protesta alla sede Tim di Catanzaro per far sentire il fiato sul collo alla multinazionale

CROTONE – “Dove sono Sbarra, Landini e Bombardieri? Non si preoccupano di 1.000 lavoratori?”. L’urlo di un dipendente della Abramo CC spiega bene il momento delicato che i dipendenti di quella che era la più grande azienda crotonese stanno vivendo sapendo, come è ormai certo, che il 30 giugno sarà il loro ultimo giorno di lavoro. Poi il baratro per lavoratori di alta professionalità sulle cui vertenze, però, non c’è mai stata una vera questione nazionale nonostante siano più di mille a rischiare da almeno tre anni il posto di lavoro. Così si spiega quella domanda: “Dove sono Sbarra, Landini e Bombardieri?” Difficile trovare negli ultimi anni una parola sulla questione Abramo Cc dei tre segretari nazionali di Cisl, Cgil e Uil.
Lo hanno capito ed ammesso anche i rappresentanti sindacali regionali che venerdì 31 maggio hanno tenuto l’assemblea con i lavoratori svolta non senza momenti di tensione a sedare i quali è dovuta intervenire la polizia. “Scriveremo una lettera anche molto forte ai segretari nazionali per chiedere il loro intervento diretto” ha promesso Fabio Tomaino, segretario Uil Crotone.

Tensione e delusione

Un’assemblea svolta in un clima di rabbia e delusione. Non può essere diversamente per chi sta vedendo sgretolarsi la sicurezza di un lavoro dopo oltre 20 anni. Dopo aver creduto alle promesse ed aver visto la resa delle istituzioni locali nei confronti di Tim e del Governo. Resa ammessa al tavolo prefettizio di Catanzaro del 29 maggio, anche dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, le cui entrature politiche al governo non pare contino più visto che in pratica Tim ha deciso di non rinnovare la commessa che ha finora tenuto in vita la moribonda Abramo CC, ed che il governo di centrodestra abbia bocciato proprio la proposta del governatore calabro che chiedeva finanziamenti con il Psn per il progetto di digitalizzazione regionale nel quale assorbire i dipendenti Abramo CC.

Protesta il 6 giugno

Per questo i dipendenti di Crotone, città dove la Abramo nacque come Datel dopo l’alluvione del 1996, hanno deciso di non guardare in faccia più alcuno. Adesso sarà protesta. In ogni forma possibile. In ogni luogo. Ad iniziare dal 6 giugno con un sit-in davanti alla sede Tim di Catanzaro dove si arriverà – da Crotone e Montalto – con un lungo e lento corteo di auto per creare disagi. Lo scopo di protestare davanti alla sede di Tim è quello di far sentire il fiato sul collo alla multinazionale. L’altro appuntamento, invece, sarà a Roma dove i sindacalisti presenti all’assemblea, hanno detto verrà convocato a breve un tavolo sulla vertenza. La data ancora è incerta. A Roma si dovrà decidere il futuro dei mille dipendenti calabresi. La soluzione per il sindacato passa dalla clausola sociale: riassegnare la commessa Tim ad un’azienda solida togliendola definitivamente ad Abramo C.C in Amministrazione Straordinaria e successivamente ragionare sui progetti ai quali sta lavorando la regione Calabria e per i quali serve molto più tempo del previso. La decisione deve uscire da un tavolo di crisi ministeriale specifico per la vertenza Abramo Customer Care.

Raccolta tessere elettorali

Intanto venerdì 31 maggio i dipendenti di Crotone della Abramo CC hanno cominciato a raccogliere le loro tessere elettorali e quelle dei loro parenti con l’intenzione di portarle al Prefetto di Crotone: non serve votare per l’Europa quando manca un diritto fondamentale come il lavoro. C’è l’intenzione anche di aprire dei punti di raccolta in città ed in provincia dove chiedere ai cittadini di lasciare la loro tessera elettorale come forma di protesta contro l’indifferenza verso le problematiche occupazionali del territorio. Perché il rischio di perdere i mille posti di lavoro alla Abramo CC non è solo un danno per i dipendenti, ma per tutta l’economia calabrese.

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