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Il giorno di Longo: da Rino ai proverbi arabi, il neo tecnico guarda avanti: sarà un Crotone divertente

Il nuovo allenatore degli squali rossoblù ha spiegato il suo progetto di gioco per "una squadra identitaria che vada in campo e domini"

CROTONE – Cita Rino Gaetano, parla di Alcmeone, spiega il suo lavoro attraverso proverbi arabi. Emilio Longo nuovo allenatore del Crotone si presenta così nella prima uscita davanti ai giornalisti per parlare del progetto di “rivalsa” del Crotone. Progetto che punta ad azzerare il recente passato calcistico per ripartire con uno spirito completamente nuovo.
“Dobbiamo guardare avanti” ripete come un mantra durante la prima conferenza stampa svolta mercoledì 10 luglio allo stadio ‘Ezio Scida’ insieme al presidente del club, Gianni Vrenna che festeggiava gli anni: “è la prima volta che il mio compleanno coincide con la presentazione del nuovo tecnico, speriamo sia di buon auspicio” ha detto il presidente.

22 anni di panchine

Poi è stato Longo show. Il neo tecnico rossoblù è apparso persona competente, ma umile e desideroso di scoprire. Emilio Longo ha 51 anni, ben 22 dei quali trascorsi in panchina da allenatore. Ammette di essere un secchione perché “la mia strada, non avendo giocato a calcio, è stata più lunga per arrivare. Stare qui a Crotone, in una squadra con un tale blasone, è il vero riconoscimento al lavoro che ho svolto”. Le prime parole spese sono per il Picerno, il suo vecchio club: “mi ha permesso di mettere in mostra le mie idee di calcio, ringrazio la società ed i miei calciatori che mi hanno permesso di essere qui a Crotone”.
Poi parla solo della sua nuova avventura: “Lo stimolo che mi ha spinto ad accettare è la voglia di rimettere al centro del campionato questa società, farne una squadra identitaria che vada in campo e domini. Dobbiamo far riemergere la passione. Mi spinge l’ambizione, la cultura di questo popolo. Abbiamo una squadra fortissima e dobbiamo dare a questi ragazzi un senso di rivalsa, ma senza guardare al passato. Dobbiamo essere locomotore per ritrascinare la gente a venire a vedere un Crotone che giochi e faccia divertire”.

Parlare con i giocatori

Longo ha scelto di iniziare il ritiro proprio da mercoledì 10 al centro sportivo e di salire in Sila per la preparazione in quota solo il 22 luglio per parlare con i calciatori, per conoscerli e capire: “Ci sono tanti calciatori che terrei. Io parlerò con loro per capire chi ha le motivazioni giuste e portare nel Crotone solo gente che ha voglia di avere la maglia cucita addosso. Non ho pregiudizi su alcun calciatore della rosa. Sceglierò gente motivata che mi deve trasferire la stessa passione con cui io arrivo”.

Da Rino ai proverbi arabi

Il tecnico campano si è distinto per come ha messo in campo il Picerno negli ultimi due anni. A Crotone ribadisce la sua idea e la sua voglia di innovare: “Se mai qualcuno capirà, sarà senz’altro uno come me – dice Longo citando un brano di ‘A me piace il sud’ di Rino Gaetano -. La mia passione è andare in campo, la mia storia è di lavoro, di apprendimento. Vengo nella terra di Alcmeone che per primo intuì come il cervello comunicasse con i sensi, per me è fondamentale come si gioca e non bisogna barattare il gioco con risultato. Il gioco è l’unica discriminante per mettersi in mostra. Ovviamente non posso farlo da solo. Ho un sistema di riferimento, ma dobbiamo saperci trasformare in base all’avversario e serve che i ragazzi si mettano a disposizione per ogni nuova situazione.  Come dice un proverbio: io posso portare il cammello alla fonte ma non posso costringerlo a bere. Non mi piace scimmiottare il gioco che arriva dalle categorie più alte. Bisogna cambiare paradigma: sperimentiamo noi in terza serie per farci copiare dall’alto. Non sarò fondamentalista sugli schemi. Vorrei costruire squadra per giocare a quattro ma non disdegno altri moduli”.

Le passeggiate

Dal punto di vista privato Longo è apparso curioso e determinato a saperne di più del contesto in cui dovrà lavorare: “La mia passione, calcio a parte, è fare lunghe camminate. Quindi sveglia presto per passeggiare e costruire relazioni con le persone. Voglio vivere la città perché c’è un fascino particolare, voglio approfondire di più per capire la cultura del popolo”.

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