“È evidente che l’Anci calabrese non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. Mai nella sua storia l’Anci calabrese si era piegata così al potere regionale e nazionale”. E’ durissima la presa di posizione nei confronti della presidente dell’associazione dei comuni calabresi Succurro, adottata dai sindaci di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, Nicola Fiorita, Franz Caruso, Vincenzo Voce, Giuseppe Falcomatà e Enzo Romeo. “Poiché è passata infruttuosamente – scrivono i cinque sindaci in una nota congiunta – la settimana che doveva servire a trovare una sintesi per un documento unitario dell’Anci sull’autonomia differenziata, riteniamo inutile una nostra partecipazione al Consiglio convocato dalla presidente Succurro. Che peraltro, contravvenendo a un impegno che aveva assunto a Lorica, non ha inteso consultare i sindaci promotori dell’appello ‘UnasolaItalia’”.
Nelle scorse settimane, insieme ad oltre cento sindaci calabresi, i primi cittadini dei cinque capoluoghi avevano firmato un appello al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto e a quello del Consiglio Filippo Mancuso chiedendo che la Regione Calabria impugnasse il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva dalla Camera, sull’attuazione dell’Autonomia differenziata. “È evidente – sostengono adesso nella nota – che l’Anci calabrese non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della presidente Succurro di istituire un osservatorio sull’autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia. Un modo elegante di non prendere posizione e consentire comunque l’attuazione della riforma. Mai nella sua storia l’Anci Calabrese si era piegata così al potere regionale e nazionale. Ci addolora constatare che l’Anci Calabrese non tiene conto della posizione di 130 sindaci, tra cui tutti quelli dei capoluoghi e delle principali città, rappresentativi di un milione di cittadini calabresi”.
“Noi – concludono i sindaci dei comuni capoluogo – andiamo per la nostra strada e proseguire nella nostra battaglia. Non è tempo di mediazioni al ribasso, di tattiche dilatorie. Fortunatamente ci hanno pensato le Regioni Sardegna, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana a chieder il referendum e se questo non bastasse raccoglieremo mezzo milione di firme. Anci Calabria resti alla finestra e giri pure le spalle al popolo calabrese”.