Ordine dei medici

Aggressione al Pronto soccorso: la società difenda i propri medici

Il presidente ed il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Crotone solidarizzano con i sanitari picchiati

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CROTONE – “Costernati, scossi ed amareggiati per l’ennesimo mortificante e del tutto gratuito ed immotivato (stante la versione sui fatti disponibile) atto di inaudita violenza perpetrato nella serata del 18 Agosto presso il Pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio”. E’ quanto scrivono il presidente ed il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Crotone a proposito dell’aggressione subita da due dottoresse e due infermiere domenica sera al pronto soccorso dell’ospedale.
“Siamo fortemente preoccupati – si legge nella nota firmata dal presidente Enrico Ciliberto – per questa escalation di violenza contro i medici e contro ogni operatore sanitario, che non risparmia ormai nessuna categoria, nonostante gli inasprimenti delle pene e delle sanzioni previste dalla Legge 14 Agosto 2020 – n.113, fortemente voluta ad hoc dalla FNOMCeO e dagli Ordini Provinciali, per contrastare, appunto, gli episodi di violenza a danno degli operatori sanitari”.
Ricordando che “sono oltre 3.000 all’anno gli episodi di aggressione ai medici denunciati”, l’ordine dei medici di Crotone sottolinea che si tratta di “un fenomeno in lungo ed in largo tutto Italiano” che “è frutto dell’individuazione nel medico e negli operatori sanitari dei capri espiatori di malcontenti dovuti a contesti difficili ed a condizioni spesso non in linea con le aspettative, non fosse per altro che per le note carenze di personale”.
Secondo i medici crotonesi bisogna “re-intervenire con provvedimenti urgenti ed ancor più efficaci, posto che detti episodi ricadono, poi ed inevitabilmente, sulla capacità dell’offerta sanitaria a partire dalla copertura dei turni, in quanto il personale infortunato per l’esito delle lesioni riportate, è costretto a rispettare, suo malgrado, il periodo di guarigione necessario, oltre che a doversi poi cimentare con le difficili ed inevitabili conseguenze psicologiche e morali, tali da determinare spesso provvedimenti Aziendali riparatori ad hoc. Ciò diventa ancor più grave laddove accada in periodo estivo per il ridimensionamento del personale, già di per sé oltremodo carente, soprattutto in settori come quello dell’emergenza urgenza.
Ciliberto insieme con il consiglio direttivo dell’ordine esprime il plauso alle colleghe ed infermiere vittime dell’aggressione “per l’abnegazione, il coraggio, la compostezza e l’altissimo valore professionale dimostrati, nell’aver proseguito nella loro attività fino a fine turno, pur di non lasciare sguarnito il Pronto Soccorso in un momento piuttosto critico, seppur ora costrette a dover osservare il periodo di infortunio”.
“E’ giunto il momento – scrive l’ordine dei medici – che la società, le rappresentanze di categoria tutte, le Istituzioni, gli amministratori e la politica su questo tema trovino le giuste ed efficaci sinergie facendosi direttamente e definitivamente carico del problema, al fine da poter difendere al meglio “i propri medici” e tutti gli altri esercenti le professioni sanitarie, impegnati al servizio della collettività, tra le tante difficoltà, oramai a tutti note, nella tutela della salute dei cittadini, ma oramai sempre più di frequente ed ingiustificatamente esposti a serio pregiudizio della propria incolumità fisica, morale e professionale”.
Nel ribadire la condanna dell’episodio e la solidarietà al personale coinvolto, Ciliberto assicura che “l’ordine proseguirà nella sua azione di sensibilizzazione e prevenzione sul tema, a partire dalle azioni di rafforzamento del rapporto medico-paziente, volto al reciproco rispetto dei ruoli, ma soprattutto degli obblighi normativi della professione, che non consentono di poter soddisfare personali non esigibili pretese che ricadrebbero a discapito di altri, come nella fattispecie (mancato rispetto del codice di priorità assegnato)”.

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