CROTONE – Perfezionista. E per certi versi incontentabile. Che ne fa, del resto, la differenza. Emilio Longo raccoglie e si gode il successo nella prima di campionato contro l’Altamura, incassando le tante note positive emerse durante l’esposizione, ma sottolineando anche e soprattutto gli aspetti meno brillanti, puntando l’occhio lì per intervenire e migliorarsi. Orgoglioso e soddisfatto della produzione, l’allenatore evidenzia però il ‘limite’ di un risultato che in realtà non ha rappresentato la differenza e proposta delle due squadre: “Per quanto fatto nel primo tempo, il 2-0 si è rivelato il minimo che si potesse invece raccogliere. E in un campionato così equilibrato si può commettere un errore, soprattutto nel secondo tempo con il rischio di ritrovarsi a giocare una partita diversa”. Il Crotone è stato abile a gestire a piacimento il match, alzando il ritmo e abbassandolo secondo le esigenze. Ma tenendo per certi versi il risultato aperto anche al ritorno dei pugliesi, rischio però davvero minimo che la saggia gestione ha tenuto a debita distanza: “Nel secondo tempo è stato un Crotone che si è saputo sacrificare, considerato che l’Altamura non ha concesso gli stessi spazi rispetto alla prima parte di gara. Una squadra che è stata capace di stare con tutti gli effettivi sotto palla, che per me significa uno spirito molto importante. E’ buona cosa non avere giocato tutti i novanta minuti come il primo tempo, perché la partita non ci avrebbe insegnato niente. Invece così, oltre alla vittoria ci possiamo portare tanti insegnamenti. Quando si cala il ritmo, possiamo essere alla pari con tutti. Ci aspetta una bella settimana di lavoro che ci permetterà di premere il tasto sui difetti, i pregi visti nel primo tempo dovranno invece continuare a esserci. Quelli del primo tempo, mentre proveremo a correggere quelli del secondo”.
Il pubblico ha apprezzato, ed anche e soprattutto questo è il successo che più sta a cuore a Longo: “I tifosi hanno percepito la grande disponibilità della squadra. Mi auguro che chi non verrà allo stadio sarà una persona che si è perso qualcosa. C’era entusiasmo e passione, sublimato dall’atmosfera del primo tempo, davvero magica. Alchimia tra il gioco e il popolo che ti sostiene. E noi vogliamo rendere orgogliosa la gente di quello che facciamo”.
