Allarme sanitario

Epidemia blue tongue tra gli ovini, conferenza sindaci Crotone chiede stato di emergenza

La situazione nel crotonese è allarmante con migliaia di capi morti, danni economici per gli allevatori. Difficoltà nello smaltimento delle carcasse

blue tongue, lingua blu

CROTONE – La conferenza dei sindaci della provincia di Crotone ha approvato all’unanimità la richiesta di stato di emergenza per l’epidemia di blue tongue (lingua blu), malattia che sta decimando gli allevamenti ovini nel territorio crotonese. La richiesta nel pomeriggio del 6 settembre è stata inoltrata alla Regione Calabria ed anche alla Prefettura di Crotone.
Inoltre la conferenza dei sindaci ha chiesto un piano regionale di vaccinazione e di disinfestazione a carico della Regione Calabria.
Precisiamo subito che la malattia, come è spiegato anche nel portale del Ministero della Salute, non è contagiosa per gli esseri umani.

La situazione nel crotonese è allarmante con migliaia di capi morti, danni economici notevoli per gli allevatori e pericolo anche per la salute pubblica, non dovuti al contagio, in quanto ci sono difficoltà nello smaltimento delle carcasse.
L’accoglimento da parte della Regione Calabria della richiesta di riconoscimento della misura emergenziale permetterebbe di sbloccare risorse e misure straordinarie per affrontare l’emergenza in modo più efficace.
Nel corso della conferenza è stato anche spiegato che i sindaci dei comuni interessati ai focolai attraverso delle ordinanze autorizzeranno lo scavo di fosse comuni per seppellire le carcasse previa l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
L’obiettivo è mitigare l’impatto economico dell’emergenza sugli allevatori e prevenire ulteriori perdite nel settore zootecnico locale.

I numeri

L’Asp, secondo i dati registrati in base alle denunce di morte per blue tongue ricevute, scrive che a Isola Capo Rizzuto ci sono 20 focolai ed all’incirca 1.000 carcasse destinate alla distruzione mediante interramento in loco con procedure già predisposte. Otto i focolai a Petilia Policastro ed otto anche a Cutro, 6 i focolai a Crotone e un focolaio a Cirò, Mesoraca e Rocca di Neto. Si tratta di dati non esaustivi in quanto molti allevatori non hanno denunciato la morte dei capi perché il costo dello smaltimento è troppo alto.

Asp preoccupata

La preoccupazione del dipartimento prevenzione dell’Asp di Crotone, come si legge nella lettera inviata dalla responsabile del servizio veterinario Area A, Carmela Giulia Maria Volpicelli, alla conferenza dei sindaci ed anche al commissario straordinario dell’Asp, è proprio quella dello smaltimento delle carcasse delle pecore morte. C’è il timore di una “ricaduta sulla salute pubblica vista la presenza nei focolai di un elevato numero di carcasse in attesa di essere smaltite le quali rappresentano un serio pericolo per l’incolumità della cittadinanza”.

Disinfestazione urgente

L’Asp rileva che la situazione è in evoluzione anche a causa delle condizioni climatiche che favoriscono la circolazione di insetti vettori ed invita a procedere ad una importante azione di disinfestazione per “eliminare i focolai larvali e i siti di schiusa delle uova piuttosto che interventi adulticidi demandati ai singoli allevatori che stanno comunque effettuando trattamenti repellenti sugli animali”.Secondo l’Asp è necessario “un intervento urgente da parte delle amministrazioni per il controllo del vettore che non può essere demandato alla volontà dei singoli”: insomma la Regione e le istituzioni competenti (tra cui anche la stessa Asp che svolge le disinfestazioni) devono agire.

Vaccini

Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce ha fatto presente che l’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo, sta cercando di trovare una soluzione per permettere agli allevatori di avere a prezzi più contenuti i vaccini che il costo le disinfestazioni. Saranno risarciti i capi morti.
Volpicelli ha sottolineato il rapporto costante con la Regione Calabria che sta valutando la possibilità di accollarsi i costi della disinfestazione esterna alle aziende dove ci sono i focolai; la disinfestazione interna invece sarà a carico degli allevatori.