Parla un allevatore

Lingua blu, troppi costi: ‘ho dovuto vendere tutte le pecore, mi è rimasto solo il palo’

Un allevatore di Crotone denuncia il grave stato di crisi economica delle piccole aziende zootecniche nel fronteggiare l'epidemia

Lingua blu 2024

CROTONE – “Sono rimasto solo con il palo in mano”. Lo dice Carmine Novello quassi con le lacrime agli occhi guardando verso l’ovile vuoto. Novello è un ‘pastore’ da più generazioni al quale oggi non è rimasto più nulla. La sua azienda zootecnica in contrada Iannello a Crotone è stata svuotata dall’epidemia di lingua blu che sta colpendo gli ovini nel territorio crotonese, ma anche dai costi che avrebbe dovuto sopportare per provare a fare fronte alla malattia.
L’azienda Novello aveva 200 capi ovini grazie ai quali produceva latte e vendeva agnelli. Un’azienda antica passata da padre in figlio. L’epidemia di lingua blu ha ucciso 80 capi molti dei quali in stato di gravidanza. La perdita quindi è stata maggiore. Il problema per l’azienda è stato nella gestione degli altri capi per la prevenzione del virus: “I vaccini e le disinfestazioni – dice Carmine Novello – sono tutti a carico degli allevatori con costi difficilmente affrontabili. Nessuna istituzione si è interessata ad aiutarci. Anche l’autorizzazione a fare delle fosse comuni per smaltire le carcasse per un’azienda agricola ha costi enormi: dalla relazione geologica al pagamento dell’escavatore non ci sono le risorse necessarie”. Si tenga conto che quando gli animali vengono colpiti dal virus della blue tongue non producono più latte e quindi gli introiti per le imprese zootecniche crollano.
Per Carmine Novello la decisione è stata terribile: “L’unico modo per rientrare nei costi era quella di vendere le pecore che mi restavano per il macello. Le ho dovute svendere ma almeno ho recuperato in parte le perdite. Non avevo altra scelta”.
L’azienda di Novello è ferma: “Ora l’unico modo per campare è sperare che qualcuno mi chiami per qualche giornata di lavoro. Ho 50 anni ed è difficile anche entrare nel mondo del lavoro qui”.
La situazione di Carmine Novello è simile per molti allevatori crotonesi, soprattutto per chi ha piccoli greggi. La speranza è avere un qualche risarcimento: “Non sappiamo a cosa aggrapparci. Si parla di risarcimenti, ma non c’è nulla di concreto. Abbiamo mutui da pagare. La nostra speranza è nelle istituzioni, Regione, Provincia, Comune. Che ci aiutino per ripartire, magari programmando anche un piano vaccinale e di disinfestazione che blocchi il virus. Senza aiuto non possiamo farcela”. Il timore di Novello e di tanti altri allevatori è anche quello di dover restituire i sussidi ricevuti attraverso il patto ‘benessere animale’ che prevedeva di mantenere un numero di capi costante per poterli curare meglio. La morte di diverse pecore potrebbe fare ‘saltare’ il patto.
“Io sono nato facendo questo mestiere che faceva mio padre. Volevo portarlo avanti ma non è più possibile continuare. Spero che qualcuno si metta la mano sulla coscienza e ci aiuti”.

leggi anche
Lingua blu 2024
Isola capo rizzuto
Lingua blu, salta incontro con assessore Gallo: allevatori annunciano protesta