Crisi al comune

Petilia, la crisi si inasprisce: da Idea comune fiducia limitata a Saporito

E' guerra aperta nella maggioranza in Consiglio comunale tra i gruppi che fanno capo a Saporito e Militerno

Consiglio comunale Petilia Policastro

PETILIA POLICASTRO – “Restiamo in maggioranza per il nostro forte senso del dovere, delle istituzioni, del mandato, perché altrimenti in Consiglio non avreste i numeri per proseguire”. Questa la parte principale della replica dei consiglieri del gruppo Idea Comune nella ‘polemica’ guerra interna alla maggioranza con ‘Petilia rinasce’ che fa diretto riferimento al sindaco Simone Saporito.Una replica piccata quella di Sisca e Militerno che fa anche i conti in tasca al gruppo ‘alleato-rivale’
“Non esiste cosa peggiore di mentire, consapevoli di farlo” esordiscono i due consiglierei del movimento legato al presidente della provincia di Crotone, Sergio Ferrari. “Tutti sanno – proseguono – che è prerogativa del Sindaco scegliere la Giunta, ma sanno altrettanto che il confronto con i gruppi consiliari sta alla base della vita democratica e politico-gestionale di un’Amministrazione. Noi non abbiamo condiviso una singola sostituzione, quando era previsto un totale rimpasto. Mai ci permetteremmo di sindacare sulle persone, infatti abbiamo ringraziato l’Assessore uscente Ierardi e fatto un in bocca al lupo al subentrante Fico. Poi chi ha fatto bene e chi ha fatto male sarà il popolo a dirlo, unico Giudice!”

Super partes

Riguardo all’accusa che Petilia rinasce muove a Militerno di impicciarsi nella sua qualità di presidente del consiglio delle vicende della giunta, la risposta evidenzia la frattura tra i due gruppi politici nata all’indomani delle candidature al consiglio provinciale quando Militerno (consigliere uscente) non venne candidato dall’amministrazione Saporito che gli preferì Ierardi. Per la cronaca petilia non ha alcun rappresentante alla Provincia. Idea Comune spiega che se i presidenti del Consiglio devono avere un ruolo super partes nella gestione delle sedute di capigruppo e consiliari “per il resto è nelle loro prerogative occuparsi della vita politica-amministrativa della casa comunale. Le cose viste per la prima volta sono ben altre a Petilia…!!Oppure ora il problema é il gruppo politico al quale afferisce lo stesso Presidente del Consiglio?”.

Cariche e stipendi

La risposta a Petilia Rinasce tocca anche il tema della creazione del neo gruppo di maggioranza. Idea comune si chiede: “Perché dovevamo avvisare della creazione del neo-gruppo quando da parte del Primo Cittadino mancano tutti crismi e le buone pratiche di rispetto dettato dal confronto, dal dialogo, dalla condivisione, che persino la peggior della vecchia politica praticava? (Il gruppo è nato proprio per questo motivo!).
Nella nota pubblicata sui social da Idea Comune è postata anche l’immagine dellE indennità di carica di sindaco, assessori e presidente del Consiglio. Lo scopo di Sisca e Militerno è rispondere alle accuse degli ‘alleati-rivali’ sul fatto che a loro interessasse il posto in giunta e ribadire la mancata promessa del rimpasto. Si va dai 4mila euro al sindaco ai 1,800 degli assessori ai 200 euro del presidente del consiglio: “Problema di cariche il nostro o problema di stipendio per chi invece non vuole mollare e si è saldato su quella poltrona, rinnegando persino un patto scritto e sottoscritto, con firma del Sindaco a Garanzia?”

Fiducia limitata

Infine lo scioglimento delle riserve da parte di idea comune sull’appoggio alla maggioranza: “Caro Sindaco, se stiamo ancora in maggioranza, non è certo perché Lei è “bello e bravo” oppure “il migliore al mondo” (sue stesse cit.), bensì perché amiamo la nostra terra ed i nostri concittadini, e siccome senza di noi, non più di due consigli fa, non avevate nemmeno i numeri in Consiglio per approvare delle modifiche di Statuto, che seppur non fondamentali, le abbiamo ritenute importanti e migliorative per la socialità Petilina. Ecco, restiamo per il nostro forte senso del dovere, delle istituzioni, del mandato, ma se Lei continuerà su questa strada, oltretutto invitandoci, pubblicamente, con toni di sfida ad andare in minoranza, la nostra scelta sarà obbligata ed i cittadini comprenderanno, perché Lei forse vive poco il Paese, si confronta poco con i Petilini, ma le assicuriamo: non sono stupidi”.

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